venerdì 11 novembre 2011

DAL TERREMOTO ALLA RESISTENZA frammenti di arte e vita

IDEANNA POLLEC DEDAONIC

DAL TERREMOTO ALLA RESISTENZA
frammenti di arte e vita
un progetto di Ideanna Pollec Dedalonic
ideato e realizzato da Marcella Fanzaga e Stefania Rossi

Il nostro progetto nasce nel 2008 per il desiderio di indagare il mondo del femminino, un progetto ambizioso, che abbiamo chiamato IDEANNA POLLEC DEDALONIC, anagramma di 'Enciclopedia della donna'. Si prefigura di realizzare una mappatura contemporanea di quello che è l’immaginario sul femminile, il rapporto tra i generi e le identità sessuali oggi in Italia.


Bussana è un vecchio villaggio ligure medievale vicino a San Remo, distrutto dal terremoto del 23 febbraio 1887, venne poi abbandonato per quasi un secolo. Alla fine degli anni '50 un gruppo di artisti internazionali lo occupa, lo ricostruisce e tuttora il vecchio borgo resiste come luogo di creazione artistica.
Siamo state invitate a Bussana Vecchia per una micro residenza artistica, durante la quale abbiamo fatto alcune interviste che qui presentiamo dopo averne trascritto la registrazione.
Abbiamo incontrato alcune donne, e nel dialogare con loro ci ha meravigliato il coraggio di questa scelta di vita, la lucidità nel portarla avanti concretamente nel tempo attraverso un radicamento che guarda al futuro.

http://ideannapollecdedalonic.blogspot.com/
http://bussanavecchia.free.fr/


COLIN
Pittore e Scrittore Inglese
anni 60 circa
Esterno. Giorno. All'osteria degli artisti.
Il primo incontro inaspettato.
Colin è un simpatico signore di circa sessant'anni, gli occhi azzurri e fuma tabacco. Sbarca a Bussana Vecchia ventenne con l'intento di riportare a Londra la madre, a suo tempo stella del cinema muto, che si era stabilita a vivere in quello che lui trovò un 'rudere'.


"Si deve vedere Bussana Vecchia con gli occhi di '59-'60 perché in Italia in quel periodo lì abbiamo avuto ben diverse (cose?). C'era una linea della ferrovia che va da Francia fino a Savona da Genova, che è il posto dove c'è industria, tutto il resto della Liguria era agricoltura abbastanza indietro, come molti altri posti di Italia. Dunque... a Bussana Vecchia sono arrivate genti di San Francisco, di Londra, di Amsterdam, Parigi; e dunque i giovani di queste città erano molto diverse da gente di qui, perchè la Liguria da quelli di Londra nel '59 – '60 era almeno due secoli indietro. Allora abbiamo detto di creare questo posto che era lurido e abbandonato per più di 90 anni e poi recuperare le case; fare un posto per gente creativa dove era unicamente gente creativa al recupero delle case che erano abbandonate e dimostrare che si può recuperare e fare belle le case e fare posto per loro che è stato abbandonato e nessuno voleva, e ha avuto un gran successo, perchè Bussana Vecchia è una comunità in cui nasce bambini, vanno a scuola... è una comunità dove davvero si è recuperato.

Abbiamo cominciato con il permesso di San Remo che ha detto chi si crea villaggio artistico qui avrà la casa, fino al '68. Quando la giunta è cambiata e ha detto che si deve andare via. Noi abbiamo detto No, abbiamo speso troppi soldi e lavoro, e poi è giusto! Ci siamo rifiutati di andare via, e così è iniziata una lunga storia di tribunali, etc. etc., e lo Stato invece di prendere in considerazione che abbiamo avuto un permesso all'inizio, ci trattava come criminali abusivi.

Io sono venuto perché diversi amici di mia madre che a casa da un appartamento in Francia decidono di andare a vedere Wendy, in sua nuova casa in Italia. Arriva Qui ed era un rudere, un villaggio abbandonato per 90 anni, non c'era acqua, elettricità, fogna, niente. Dunque, torno a Londra, mio padre mi invita a pranzo e dice: “diciamo tua madre è sempre stata un po 'eccentrica', adesso diciamo, da qualche tempo è fuori di testa, vive in Liguria senza porte e finestre, e tu dov'eri come suo figlio?! Devi andare lì e riportarla a Londra”. ...Sono venuto e sono rimasto. Sono rimasto qui, io scrivo e dipingo. E la mamma era scrittrice e attrice, la mamma era attrice tanti anni fa, nel '19 era una stella in Londra ma ha sposato mio padre che era militare e dunque l'attrice era ben visto e dunque ha iniziato ad essere giornalista e scrittrice.

No..., perché abbiamo dimostrato che, che cosa, che (uno spazio) abbandonato per 90 anni, che nessuno voleva, è recuperabile. Noi non l'abbiamo fatto in un contesto di litiga (litigio), di ribellione, abbiamo avuto il permesso tacito di San Remo. Però siamo stato usato, come altri fenomeni dopo di noi, come cristiana (come dai cristiani), come si può creare comunità alternativo, diverso, senza una struttura. Abbiamo vissuto in una specie di anarchia amichevole per quasi 50 anni."


GRAZIELLA
Insegnante elementare in pensione, italiana
anni 72
Interno. Tardo pomeriggio. Cucina.
Graziella vive a Bussana vecchia da tre anni, si è trasferita per stare vicina a sua figlia Paola, che ci abita già da qualche anno. Indossa una calda vestaglia celeste e porta i capelli raccolti in un candido chignon. La tv è accesa in un'altra stanza. È una donna diretta dai cui occhi traspare un'acuta intelligenza.
Si è finora ininterrottamente spostata per il mondo a contrastare la sua sorte avversa.

La moca del caffè gorgoglia, la discussione è animata e Graziella esprime la sua opinione su un personaggio un po particolare di sua conoscenza.

(…) Beata lei che è convinta! ...perché i bolognesi dicono: “L'è no intelligent ma l'gà là forsa!” É la forza che serve! É credere in se stessi che è importante. Se uno poi si accontenta, ecco... è lo stesso. Io sono contenta di essere diventata vecchia. Perché sono stata bella da giovane e m'han dato tutti della bagascia, e vaffanculo! Perché serve di più essere intelligenti che belli, io non lo ero. Non lo sono ancora adesso. Io lo saprò! Io sono sfortunata, perché se tu guardi il mio oroscopo la quadratura Sole e Luna è sfiga pura, ma la mia sfiga, non è che piove così dal cielo. La mia sfiga è che sono imbecille, e io lo so! Tu racconti una barzelletta adesso e io la capisco vent'anni dopo.

La carriera è casa decima, la casa quarta è il padre, la quinta è i rapporti con gli altri, fare strada rapportandosi con gli altri. ..Mpf! Ma questo qui ti prende duecento euro, e ti legge la vita, e poi.. certo se ti manda in Oceania sono 15.000 euro, non puoi andare. Però a me la prima volta mi ha mandata a Bari. Io sono andata a Roma da mia figlia, e di lì ho preso un treno, sono arrivata a Bari alle undici di sera, unici e un quarto sono ripartita e gli ho detto: “Mha, l'ora proprio giusta...” dice: “Si, si, perché 70 km attorno va bene”, quindi io mi sono fatta il mio spostamento.
Se hai per quell'anno un oroscopo un po così, lui te lo corregge, solo che finché non ti capita la storia brutta che lui predice tu non lo puoi verificare. Ma l'anno che io non sono andata a Barbedos, e lui m'ha detto … mi ha descritto il mobbing, sputato. Io non ho potuto, e me la son presa...sette anni di di di di... e perciò nel 2008 ha cominciato a dirmi, (è morta una mia sorella, che me l'aveva già detto, che non ha mai voluto spostarsi; e mia mamma che non ha mai voluto spostarsi c'è morta dietro dopo un anno, una cosa così. E poi le mie due sorelle che non hanno mai voluto spostarsi sono morte tutte e due). Ho visto dove 'picchiava', e io sono andata a impegnarmi gli ori e sono andata a Johannesburg. Poi ho cominciato a stare meglio, perché mi sentivo proprio che andavo giù, eeee.... io lo faccio. Tra perdere dei soldi e lasciarci la pelle... in zona cesarini ci sono, io ho settantadue anni è, se voglio..., dopo tre pacchetti di sigarette al giorno per quarant'anni e per vent'anni Marlboro... forse... e continuo a fumarne tre pacchetti al giorno è...
e così... ma almeno farsi fare il cielo di nascita.
(-pausa-)
La casa terza sono fratelli, sorelle, gli studi fino al liceo; la casa nona sono università, viaggi... bisogna vedere!
Io l'unica fortuna che ho avuto nella vita, è che mia mamma mi ha fatto fare le medie, a quei tempi erano già... e io volevo fare il liceo, ma a parte che sono un brocco, ...non sarebbe andato bene. Però ho fatto le magistrali, essendo orfana di guerra ho avuto il posto e poi ho mollato per tredici anni, e poi ho ripreso. Perché io mi sentivo male a far scuola, mi sembrava di essere ingiusta, di non capire abbastanza i bambini, poi le cose sistematiche così, a me non piacevano --- e così ho smesso, poi ho ripreso, eee... e via. Poi ho fatto la maestra. E gli ultimi anni sono stati duri, proprio per quella questione lì, sai sei la più vecchia, vogliono che tu vada via, non capiscono. Io lo dicevo, io devo fare degli anni, fino all'ultimo perché --- Oh si! Adesso finalmente è morto mio marito, il caro Piero, ...sciopato! Dopo otto anni mi sono separata, perché me l'han fatto sposare! Lui era direttore di banca, loro erano contadini. Il direttore di banca... che cazzo è un direttore di banca, è un impiegato. A me non interessava un allevatore di polli, o un impiegato, o un industriale. A me interessava la persona.
Arrivavo ai ventun anni e se qualcuno mi avesse messa in cinta dopo ventun anni non era più obbligato a sposarmi. Allora mia mamma e mia nonna..., mia nonna stava morendo di leucemia. Io avevo già un Piero fidanzato, effettivamente questo ragazzo era un po inconcludente, molto buono però. E mia nonna fa, “a se Graziella sposa quello lì lo dovete mantenere. Piero (il direttore di banca) quello si che è un tipo fine... ---” e così siam saltati addosso a quel Piero lì, lui credeva che io fossi ricca più di quello che ero, ee... “Ma poi non hai più niente, ma poi non hai più niente” … “Piero, io, cosa vuoi che ti dica” Così mi han fatto sposare quello lì, che ha fatto vendere tutto a mia mamma, e mia mamma siccome aveva nei miei confronti un odio inconscio, perché sono nata dopo quattro giorni di travaglio, due ostetriche che si davano il cambio, poi mi hanno tirata fuori col forcipe, ma ai tempi non era come adesso... adesso ti fanno un taglietto e ti tirano fuori. Questo qui che entra dentro, e io sono quattro chili e mezzo. Mia mamma fianchi stretti perché il sesso è un incubo, si guarda... (ride) e così mia mamma e mia nonna, siccome mia mamma ha sofferto moltissimo, hanno maturato nei miei confronti un odio inconscio per cui mi hanno completamente plagiata, e mi hanno fatto sposare quello lì.
“E ma... all'odore di un uomo poi ti abitui...” Ma che cazzo questo stava degli anni senza lavarsi. E va bhe, dopo otto anni mi sono separata. “Ha detto che le faccio schifo!” dico: “ Ma Piero fatti il bagno..., fatti una doccia.” Lui si lavava sotto le ascelle e poi si dava il deodorante, --- di quelle cose sai... E va bhe! E la gente: “ Ma che bravo Piero, ma Graziella si separa... ma un uomo così fine, sai lui tutto pulito, tutto fuori colletto, cravatta, giacca. Aveva anche la carnagione rosea, chiara, per cui sembrava --- un ostensorio, capisci?! E poi nei paesini il direttore di banca figurati, lui a vent'anni è diventato direttore di banca all'ora... e così... ho avuto i miei due bambini. Adesso ho Cinque nipotini!

(Dopo mio marito) ho avuto un po di avventure, però poi ho visto che venivano tutti con me per farsi un giro, e ho smesso. Quando sono arrivata a quarant'anni ho mandato tutto a fanculo, e son qui così - e poi, sai, ti atrofizzi, non, non... però io non sopporterei prorio di vivere con qualcuno perché o me la impostavo io la mia vita, mà... lui ha invitato mia mamma a venire a stare con noi e lei.. eh, ha comandato, “no, lascia fare a me che son capace, e io son tata tagliata fuori”. Con i figli anche.

Adesso dovrò di nuovo telefonare a questo Ciro Discepolo, solo che sono incasinata perché io non so comunicare con il computer e lui vuole che usi il computer, e poi tanto io non ho la stampante. E che cosa mi stampo! Mi fa girare le... invece prima per telefono..., ma adesso io gli telefono... Scusate prendo un altro pacchetto di sigarette, perché io...
Sta a Napoli e di persona prende molto meno, poi io sono anni e anni che, e così...
Sono andata a Flores, ho trovato, una casa di campagna, riadattata però, per 175 euro al mese. Con 5 praticelli dove potevo seminare la verdura. Perché lì io pensavo... sai negozi, boutique, lui pensa al ristorante, perché lui va solamente a Flores, e pansava di venire a mangiare da me gli spaghetti al dente, invece io non ci sto.
E ho visto che lì, m'han detto, che non c'è un turismo ricco, c'è un turismo medio-basso. Allora andare a fare dei ristoranti, intanto ti dura la stagione e niente, lì la gente semina solo i cavoli! Perché erano tutti balenieri, poi la caccia alle balene è finita, e vedi questi vecchi che sono al bar. Non fumano, perché non si può fumare dentro, non giocano a carte... niente! Stanno lì! Così! Hanno il loro cicchettino, il caffè, quello che è... poi vanno fuori, fumano; e hanno le mucche sparse per l'isola per conto loro. Hanno delle mandrie proprio... e ognuno sa quali sono le sue, se si ammalano non gliene frega niente a nessuno, perchè loro se guariscono da sole bene se no non chiamano il veterinario, perciò è carne buonissima. Tu vai per la strada, con la macchina, avevo affittato la macchina, arrivo e c'erano una ventina di mucche bianche pezzate di nero, si vede che erano tutte dello stesso padrone, che andavano giù. E io ho rallentato, loro ti vedono con la coda dell'occhio e sono andate via. Poi ce n'era una gravida che po-pom, po-pom... e io ho aspettato, finchè lei si è accorta che le altre erano andate di là e allora è andata anche lei. E io son potuta passare.
E delle altre lì sotto dove abitavo io c'era un prato enorme con un gruppo di mucche, e una è andata sù sulla strada, e io ho fatto la curva e l'ho vista che è spuntata tra le canne, e poi ho chiesto a uno: “Ma di chi è quella mucca?” - “Ah! Si... forse di quello là...” e si vede che gliel'han detto, questa qui dormiva lì, proprio sotto la pioggia... e si vede che è andata a prenderla, e poi... non so se si è ripresa..., ma penso di sì perché... e poi verso natale, io sono andata via il 23, incominciavano a ritirarle e hanno dei coni di fieno enormi, che li mettono nella tela e gli danno da mangiare quei due mesi è, non di più. E il mio padrone di casa invece aveva i cavalli, e c'era una cavalla che era sempre vicino alla strada perché ci fermavamo a darle lo zucchero, e i conigli... sono grossi così! Conigli... Dico: “ Uh! Guarda le lepri!” “No! Coelho!” Perché questo capiva l'italiano, gli piace, perché il portoghese scritto è come l'italiano, pronunciato... non si capisce niente.

Il clima piovoso e ventoso. È l'isola più piovosa e più ventosa. Allora lì una volta al mese... perché... c'è il Portogallo, poi a 1.400 km c'è l'isola di San Giorgio e sotto Santa Marta, più piccola.
Nell'Isola di San Giorgio c'è Ponta del Galda che è la capitale. Poi in mezzo ci sono cinque isole, che si vedono l'una con l'altra e una è quella che quando arrivano le barche, per non pagare devono dipingere qualcosa sul muro del molo, e lo fanno tutti volentieri, perché... figurati! E poi... vai in là verso l'America a 250 km che proprio non la vedi c'è questa isola di Flores, sopra l'isola di Flores a 15 km c'è l'Isola del Corvo che ha 400 abitanti, che hanno il reddito più alto non solo delle isole, ma di tutto il Portogallo. Anche loro hanno le mucche a spasso, poi devono avere le pecore perché le donne fanno dei capi di maglia. Il giovedì c'è un aeroplanino piccolo che arriva dall'isola di San Giorgio, che passa lì e viene poi a Flores e... e poi hanno un lago con i 12 apostoli dentro perché lì sono tutte isole vulcaniche.
Quando ho visto quelle mucche lì bianche e nere, c'era un lago profondissimo, con tutta la foresta attorno, però lo vedevi... un altro invece bassissimo e bon! E niente lì questa gente semina solo i cavoli, perché la cucina portoghese è di 4 piatti: uno è di cavoli e un po di maiale e un po di manzo
a pezzetti, fanno una minestra. Poi fanno una specie di spezzatino di nuovo solo cavoli e carne. Poi fanno, a si! Poi lì hanno il merluzzo e lo cucinano dappertutto, e nient'altro. E allora mi diceva una signora, che se io avessi seminato le verdure avrei venduto moltissimo, però d'inverno ci vuole la serra, perché qui il vento... e io pensavo di fare quella cosa lì, per togliermi le spese, mica per altro. E niente poi non son più andata, sono stata un mese quella volta lì e poi basta.
Quando sono tornata Io stavo bene, quando telefono a Ciro Discepolo e dico: “Ma... non va...” Lui dice: “Signora vada a Flores!” “Signora vada a Flores!” ...perché poi non devi andare ad abitarci in questi posti, devi farti un domicilio, poi se tu metti su un'azienda deve avere il recapito là, deve essere portoghese, di Flores e poi lavori dove vuoi. Non ci devi stare per forza, Però non ci riesco... Pazienza, no... però qualcosa facciamo.
Chiediamo a Graziella se c'è una musica o una canzone che le piaccia in particolare. Lei dice di apprezzare molto i film di guerra e i documentari, sembra un po incerta come se stesse cercando la risposta giusta, poi le viene in mente un altro episodio sulla sua vita.

Nel '42 se n'è andato disperso, però sono cresciuta nel culto di questo papà, e... poi pensate che nel '52 della Settimana Incom, hanno pubblicato una foto che era stata scattata nel '46 con prigionieri italiani che lavoravano con la gente lì, del posto, all'autostrada Belgrado – Zagabria. Una signora..., perché mio papà era sulle navi addette al trasporto truppe. Una signora di un paese vicino, che aveva il figlio sulla stessa nave di mio papà, loro non si conoscevano, però la nave era quella; ha mandato una copia della Settimana Incom a mia mamma e gli dice: “Io ho riconosciuto mio figlio”, gli ha fatto la freccia, “guardi lei se c'è suo marito”. E mio papà c'era.
Così lei è andata a Roma alla Settimana Incom, s'è fatta dare le foto, e lei voleva andare in Jugoslavia, ma le han detto No, non si va di là, perché c'era la cortina di ferro... e …. perché ho detto questo?

La canzone.

Uh! ...Musica! A proposito di musica... ho visto il film Le Iene (Quentin Tarantino) c'è Michael Madsen, che è un bellissimo uomo... un po massiccio, però... c'è ne Le Iene e in tanti altri film, ma non è uno di quegli attori a cui hanno fatto tanta pubblicità... e ne Le Iene c'è una musica che si sente, Little Green Bag, la prima, che è stupenda, veramente bella.


MARIE-EVE
Scenografa e Scultrice e scrittrice Francese
Anni 42
Interno. Sera. Soggiorno.
Si muove sinuosamente nel suo accento parigino, mostrando tratti d'insicurezza nella sua spiccata e raffinata capacità seduttiva. Come una figura alla Crepax, porta i capelli bruni in un carrè con un ciuffo che svela i suoi penetranti occhi verdi.
Vive a Bussana Vecchia da vent'anni.

ME: Chi sono è una domanda a cui ancora non posso rispondere perché mi cerco e così o forse ci arrivo alla fine. Io son venuta qui perché, diciamo che i miei venivano, mio padre veniva qui e quindi sono venuta qui in vacanza così, perché era un luogo un po’ come Ibiza, Formentera, o San Francisco dove ho vissuto con mio padre, era uno dei luoghi di raduni chiamiamoli di fricchettoni se vogliamo, comunque dei luoghi alla moda all’epoca.
Io ero bambina per cui venivo portata in questi luoghi, però non ho mai pensato di vivere qui, cioè ho sempre pensato come ragazza del nord “voglio andare a vivere al sud” ma pensavo più alla Spagna. Però quando avevo 23 anni sono venuta qui in vacanza e lì ci sono state una serie di circostanza…da un lato ho incontrato un uomo che poi diventerà il padre di mia figlia, quindi una storia d’amore che nasce con il latin lover, e dall’altro l’amica dove alloggiavo all’epoca, amica di mio padre, mi ha lasciato la sua casa. Poi qui ci sono delle case un po, cioè proprio me l’ha quasi regalata, due circostanze che hanno fatto sì…mah! Mi son trovata, regalo del cielo, l’amor, la casa, il mare e l’arte... Io d’altronde a Parigi stavo benissimo, lavoravo, sono costumista scenografa di teatro…ero giovane, però avevo già una bella prospettiva di lavoro. Per problemi personali così, ho perso diciamo il mio migliore amico, è morto dell’AIDS, c’era tanta gente che, era proprio gli anni ’90, quindi nel mondo dello spettacolo tanta gente che moriva di AIDS, quindi la città d’un colpo proprio mi pesava…mi…quindi era un po’ una questione di…bòn non ho niente da perdere…se non lo faccio ade…cioè vedevo già la prospettiva di fare carriera in una città così dove bòn mi andava tutto bene, però forse ho avuto un momento proprio di voglia di assolutismo così, di tornare appunto ad una vita contadina che non è esattamente questo, siamo anche moderni, abbiamo la macchina e tutto, però trovare una vita più semplificato per ritrovare dei valori che forse fino ad allora avevo solo colto in viaggi, così andando in Marocco, andando in Africa, avevo bisogno di semplificare cioè, che anche il fatto di far la propria casa. Poi non l’ho fatta io, però il cemento, di dover andare a prendere la legna, di comunque porsi dei problemi quotidiani per me era molto più interessante che il far carriera. Adesso a vent’anni di distanza, son vent’anni che sono qui, adesso come adesso ho anche sacrificato una vita professionale se fossi un po’ meno assoluta di come lo si può essere a vent’anni avrei forse moderate un po’ le cose, sarei andata più piano, mi sarei diciamo, parato le spalle. L’ideale sarebbe vivere qui e andare a firmare i contratti in città e venire qua….poi son riuscita…perché comunque son stata fortunata, sono arrivati dei vicini svizzeri che mi han fatto lavorar che era, voglio dire, una cosa…cioè qui non c’è niente in Liguria, quindi ho continuato la mia carriera così…però diciamo…e penso che era un po’ quello che poteva essere successo a chi era venuta qui a vivere nel ’68, cioè si lasciava la città, perché già prevedevano quello che succede oggi, forse in altri termini, forse non la crisi proprio finanziaria però, cioè mi ricordo i miei che mi portavano da amici che avevano mollato tutto a Parigi per andare a fare il formaggio di capra in Provence; piuttosto che, la Francia lì, il sud della Francia è piena di paesi così. Qui è particolare perché è stato, come dire…cancellato dal catasto, quindi c’è tutta una questione di proprietà che ha reso la cosa un po’più particolare, mentre non so nel Sud della Francia ricompravi una casa per poco, quindi forse è quello che ha mantenuto questo in un certo modo. Però era un po’ lo stesso movimento diciamo vent’anni dopo, venticinque anni dopo i miei genitori, o una generazione, e vedo che comunque continua questa cosa perché oggi a Bussana se ci vieni a Dicembre può sembrare così vuota, però ci sono sempre dei giovani che arrivano con questo impulso di dire “cazzo, basta con la città, basta” ed è sempre più forte. forse oggi lo puoi fare in altri termini, io faccio delle traduzioni per esempio, le posso fare da casa, col computer, cioè non devo fare il formaggio di capra per esempio. Quindi c’è anche una tecnologia che permette anche alla gente forse di organizzarsi un po’ meglio.
Quindi era anche legato all’arte, perché anche se sono nata in un ambiente artistico, ho cominciato a fare i costumi, scenografa però, facendo costumi e scenografa a volte sei anche molto tecnico, cioè soprattutto a vent’anni non è che facevo, ero più esecutrice quindi…qui, anche lì..cioè mi son buttato più, io facevo delle sculture, cioè delle cose che forse a Parigi o perché non hai lo spazio, o perché devi appunto pagare l’affitto, quindi piuttosto che provare a vendere le proprie cose o a farle o trovare il tempo per farle, non le fai mai perché fai altre cose, invece qui hai tanto tempo e tanto spazio…

IPD: Curare le relazioni con dei galleristi…cioè si implica una serie di cose che qua vengono abbattute quasi…no?

ME: Esatto! Poi ci son mille modi di fare arte così, è vero che a me alla fine non me ne frega niente di vendere proprio; preferisco appunto lavorare all’osteria e avere la libertà di fare quello che voglio. Bòn, il ritratto è un po’ questo.
Adesso mi trovo un po’ in una situazione cioè mi è andato bene fino a qualche anno fa che riuscivo a lavoricchiare…lavoravo molto in Germania con dei teatri così…adesso o che sia un problema personale cioè nel mio percorso personale o che sia dovuto anche al contesto esterno che sappiamo tutti che…soprattutto in Italia c’è una politica culturale abbastanza in declino cioè non solo perché non ci son le sovvenzioni, sicuramente il governo non che non abbia una politica culturale ma sicuramente è molto diversa, cioè se uno vuole lavorare in televisione forse ce la fà, ma tutto il resto: il cinema…io ho cominciato a lavorare nel cinema poi è venuto un momento dove hanno fatto dei tagli, allora o sei già come dire a lavorare per delle grosse produzioni, per i panettoni e le cazzate, ma se no tutto quello che è un po’ interessante bòn cioè dobbiamo tutti avere un po’ dei doppi lavori (...), quindi mi arrangio.(…)
Quindi sono un po’ in crisi. Cioè parlando sul piano professionale. Che è sempre stato un po’ la mia storia, ma sempre di più, cioè penso che lì in cinque anni ho fatto dei lavori che non avrei, cioè una moltitudine di lavori…ieri mi sono divertita a rifare il mio curriculum…a fare un elenco…quindi dalla traduzione a vendere dei gioielli, a far la cuoca, a insegnare per i bambini, a “ho ripreso gli studi di lingue”, ho detto: “mo’ allora, cioè adesso ho l’italiano, l’inglese, il francese, spagnolo...” anche lì, comunque studiare costa…e anche se non costa tanto è comunque un tempo che sei lì chiuso a studiare quindi non puoi lavorare quindi, mi manca un anno per…e anche se mi laureo in lingua cioè non è che risolvo…cioè…insomma sappiamo com’è tutta la storia. Quindi sono molto eclettica nelle mie cose.
E poi bon sul piano personale quindi ci ho una figlia di quindici anni che anche lì… motivare…quando tu sei in crisi che sai che non sei l’unica, perché un conto e dire bòn sono io che ho fatto delle scelte sbagliate, e come motivare ‘sti figli che accendi la radio, apri un giornale e c’è crisi crisi, crisi cioè…quindi è un bilancio difficile, rimanere lucido senza essere pessimista, non è facile.
Lei fa la scuola d’arte ad esempio. Rimanendo sulla dimensione professionale, lei voleva far la scuola alberghiera, per pragmatismo, proprio per dire…e allora con suo padre abbiamo ragionato un po’ e detto: “Sì. Ma tanto la cameriera la farai comunque senza fare una sc…, almeno che hai la passione del far la cuoca, o una ambizione più che far la cameriera, lo posso capire, ma fino a prova del contrario non ha mai avuto più di tanto quindi, ho detto bah! “almeno vai fino alla maturità, impari delle cose un po’ più interessante così arrivi nella vita con un bagaglio culturale che…almeno questo che poi è fondamentalmente e sicuramente la cose più interessante da fare al mondo è imparare, conoscere, avere una curiosità sempre, poi la cameriera si può far sempre, cioè fin che c’è… c’è anche questo eheh. Ehm! Non so se ho risposto alle vostre…

IPD: Hai risposto. Sei andata anche oltre. Cosa fai qui e come passi le giornate? Hai già risposto prevalentemente…

ME: Sì. Beh, diciamo nel specifico a parte voi, io dovunque sia faccio quello che un po’ ho raccontato così, fondamentalmente io ho due passione: scrivere e far della scultura. Diciamo se avesse... però come dicevo, qui specificamente a Bussana hai una relazione al quotidiano un po’ particolare, perché solo accendere la stufa, facilmente uno può perdersi o proprio passare la giornata solo a organizzarsi il suo quotidiano così, ma prendendo anche più tempo…vai al mercato…ieri abbiamo fatto una passeggiata, siamo andate a raccogliere la legna sulla spiaggia, non tanto per una questione di soldi, ho la cantina piena di legna, l’ho comprata, ma anche per il piacere di…cioè pensavo anche, camminando sulla spiaggia,…c’è proprio un istinto nel raccogliere che ha l’umano….allora…quando ho tempo per me, che l’ho già un po’ detto prima però…mi piace fare delle sculture o scrivere, nel migliore dei casi, se sono ispirata. Se no anche fare una passeggiata in spiaggia, una spiatteggiata….o viaggiare voilà viaggiare.

IPD: E l’ultima domanda: cosa desideri per il tuo futuro?

ME: E bè avere tanto tempo per me…hihi…di nuovo, viaggiare…ma stare bene, stare un po’ più tranquilla, ne abbiam già parlato prima così, riassumo un po’ quello che si è detto prima ma, è un momento dove il futuro fa fatica a vedersi, e quindi auguro all’Italia e a tutto questo bel mondo, visto che abbiamo inventato un sacco di cose per stare bene, per lavorare meno, per stare più insieme…sarebbe proprio il momento di approfittarne no? Quindi diventa un discorso moltooo, cioè molto ampio però…niente, potere fare tutte le cose che mi piacciono, che ho descritto un po’ prima. Poter riprendere la mia professione di di di…nell’ambito dello spettacolooo….poter sognare. Cioè io vorrei…che è un momento proprio che non sogno più. Quindi vorrei…riprendere a sognare.

giovedì 6 maggio 2010

IDEANNA POLLEC DEDALONIC all'Incontro con Rosi Braidotti: Nuove femministe nomadi. Bologna 3-4 Maggio 2010







IDEANNA POLLEC DEDALONIC all'Incontro con Rosi Braidotti: Nuove femministe nomadi. 3-4 Maggio 2010
Alma Mater Studiorum – Università di Bologna / Associazione Orlando
http://www.women.it/cms/index.php?option=com_frontpage&Itemid=1

venerdì 15 gennaio 2010

Ideanna vs NoPassWD Link

NOpassWD n 0 No profit no institutional contemporary art festival
http://undo.net/eventinvideo/168/

venerdì 15 maggio 2009

Ideanna Pollec Dedalonic al Festival No Password




http://www.nopasswd.com/search/label/ideanna%20pollec%20dedalonic%20projects%20preview

mercoledì 11 marzo 2009

IDEANNA VS NOPASSWORD

PROGETTO WORKSHOP E EVENTI PERFORMATIVI:
FESTIVAL NOPASSWORD
http://www.nopasswd.com/


Il collettivo Ideanna Pollec Dedalonic propone per il festival Nopasswd due giorni di workshop ed eventi performativi, sulle tematiche legate alla definizione dell’identità femminile.

Ideanna è un progetto artistico di ampio respiro che intende indagare gli stereotipi femminili, le commistioni tra “b-culture” e “arte alta”, le possibilità collaborative per verificare- costruire- distruggere l’immaginario collettivo sulla donna.
Attraverso il coinvolgimento di diverse entità, artisti, cittadini, istituzioni, associazioni, coalizioni strategiche, ecc., e l’installazione sui territori geografici, linguistici, immaginativi, virtuali, si darà vita in un continuum discorsivo ad un confronto sui temi dell’identità femminile.

Il collettivo, al momento formato dal The Grossi Maglioni Magic Duo, Marcella Fanzaga e Stefania Rossi, artisti che lavorano prevalentemente attraverso la performance-art, usa questo medium per raggiungere i suoi fini.

Ideanna Pollec Dedalonic è l’acronimo di enciclopedia della donna, l'azione iniziale per lo startup del progetto prevede la compilazione di una scheda di classificazione dell'immaginario collettivo sulle figure femminili, rivolta poi alla realizzazione di un prontuario dei “generi” della donna attraverso cui remixare i ruoli del gender; ridefinendoli o confondendoli definitivamente.
La compilazione di queste schede è affidata ad un pubblico, il più vario e diversificato possibile, reperito in diversi modi (nei centri commerciali via internet ecc.) attraverso eventi performativi, happening, riunioni o semplici appostamenti.

Il topic del workshop proposto è proprio la definizione dei possibili modi di raccolta informazione, e come la modalità performativa influenzi questa raccolta.
Le pratiche femministe anni 70, il pensiero tecno-femminista, le modalità organizzative utilizzate nelle riunioni di donne, l'aspetto di segretezza e esclusività, caratterizzeranno il workshop aperto a tutti; uomini, donne, curatori, artisti, transessuali, operatori del settore culturale ecc.

Il workshop proposto è della durata di due giorni divisi in 2 ore di laboratorio aperto a tutti che potrà svolgersi la mattina al campo base e 2 sessioni pomeridiane di interventi performativi nella città di Genova, che verranno programmati la mattina stessa.
La modalità di partecipazione potrà essere sia attiva, con l'ideazione e partecipazione alle performance; che di osservazione attraverso un'operazione di documentazione attraverso riprese video o fotografiche dei vari eventi.

Ideanna Pollec Dedalonic:
http://ideannapollecdedalonic.blogspot.com/
è costituita da:
The Grossi Maglioni Magic Duo: http://www.thegrossimaglionimagicduo.com
Marcella Fanzaga: http://www.marcellafanzaga.it http://www.marcellafanzaga.blogspot.com
Stefania Rossi: http://whiteheadroom.wordpress.com

per info contattare:
ideannadelanonic@gmail.com
info@thegrossimaglionimagicduo.com
stefania.i.rossi@gmail.com

martedì 11 novembre 2008

IDEANNA POLLEC DEDALONIC




Ideanna è un progetto che indaga gli stereotipi femminili, le commistioni tra “b-culture” e “arte alta”, le possibilità collaborative per verificare l’immaginario collettivo sulla donna.
Attraverso il coinvolgimento di diverse entità (artisti, cittadini, istituzioni, associazioni, ecc.) si darà vita in un continuum discorsivo ad un confronto sui temi dell’identità femminile.

Il collettivo, al momento formato dal The Grossi Maglioni Magic Duo, Marcella Fanzaga e Stefania Rossi, usa prevalentemente la performance art per raggiungere i suoi fini.

Ideanna Pollec Dedalonic è l’anagramma di Enciclopedia della Donna, il suo primo intento è rivolto alla compilazione di una scheda di classificazione sulle figure femminili,
per la realizzazione di un prontuario dei “generi” della donna attraverso cui remixare i ruoli del gender; ridefinendoli o confondendoli definitivamente.
La compilazione di queste schede è affidata al pubblico, il più vario e diversificato possibile, reperito in diversi modi (nei centri commerciali, via internet, ecc.) attraverso eventi performativi,
happening, riunioni, appostamenti.